Nel 1895 lo stesso consiglio comunale vota il trasferimento della sede del municipio da Pozzo Alto a Pozzo Basso. 

La popolazione già da tempo si era spostata a valle, in conseguenza di una situazione economica ormai compromessa. Se ancora i primi del 1500 i proprietari di una se pur minima particella erano la maggior parte degli abitanti di Pozzo, non è così a metà del secolo, finchè la crisi del 1590-91 fa sì che siano pochissime le famiglie che possiedono case o terreni.

La storia della economia dei castelli piccoli è soggetta alla città. E’ la città che può statuire, giudicare; il giudice competente per i castelli è nominato da un consiglio cittadino; i consiglieri ed i massari sono mezzadri dei cittadini.

A poco vale la rivolta dei massari del 1778, contro cui si muove anche l ‘erudito Annibale degli Abati Olivieri.

Gli abitanti di Pozzo sono soggetti ad imposizioni fiscali che pagano con i prodotti del forno o del macello.

Anche se Pozzo viene riconosciuto comune autonomo, la difficoltà di decollare è radicata.

Nel 1831 si stabilisce che i castelli pesaresi non “meritano di reggersi singolarmente in comuni” e quindi il processo, per quanto lento, è inesorabile. Nel 1929 Pozzo perde il suo status di Comune e diventa quartiere di Pesaro, oggi Quartiere 8.

Pozzo dunque si ritrova oggi lungo una strada che porta a Tavullia, spopolata rispetto a Borgo Santa Maria.