02 - Via XX settembre
Figlio picciol ma glorioso dell’Appenino
Giunto per cercare riparo e protezione, in fuga dalla corte di Ferrara dove era stato imprigionato, Torquato Tasso vive un momento di pace e riposo nelle terre di Urbino, a Fermignano. La natura è complice e, come accade in altri luoghi in cui sosta, anche in questo territorio la poesia del Tasso trova una naturale continuità con il paesaggio. Nell‘ Ode al Metauro, una canzone interrotta alla terza strofa e mai compiuta, il pensiero va al fiume,“ O del grand’Apennino, figlio picciolo sì ma glorioso“, e alle querce. Questi due elementi della natura, di cui ancora è possibile osservare la presenza nel paesaggio di Fermignano, diventano scenario in cui proiettare il dolore per l’avversa fortuna (il termine veniva usato in duplice senso) e la speranza di un futuro diverso.
Il suono del Metauro si ascolta lungo tutta la via di case che oggi stringono il fiume, fino alla strada che porta fuori dal paese, all’altezza dell’antica chiesa della Maddalena.