Il paesaggio e il concetto di rovina non seguono sempre una relazione lineare. 

Casinina è stata teatro di uno scontro cruento durante la seconda Guerra Mondiale: l'ottava armata alleata attaccò alla fine del 1944 le difese predisposte dall'esercito tedesco, lungo il fiume Foglia, meglio conosciute come Linea Gotica, riuscendo a sfondare in più punti. La IV divisione indiana occupò anche Casinina che costituiva un immenso campo minato, mentre, sull'altura di Auditore, le truppe tedesche opposero un'accanita resistenza. In due giorni caddero duemila uomini a cui vanno aggiunte le migliaia di vittime civili provocate dai bombardamenti e dai campi minati.

Per documentare e trasmettere tutto questo nel 1992 è stato allestito un Museo della Linea Gotica. 

Ma vecchi filmati dei cine-operatori alleati – i Combat films - ci mostrano un paesaggio consegnato a noi dai tempi del Duca Federico. Colline, lievi ondulazioni che poi si fanno ripide. Campi coltivati come quelli che vediamo nel “Miracolo dell’ostia” di Paolo Uccello. Velature dell’atmosfera come quelle che intravediamo nei dipinti di Giovanni Santi. Le strade polverose, i calanchi. La pace di una terra rotta da file di soldati simili a formiche verso il formicaio, e carrarmati che inesorabili attraverso i pendii ondulati come una barca nell’oceano. Questi documentari  documentano il paesaggio come mai il cinema aveva fatto fino allora: sistematicamente, ampiamente e fedelmente. Soprattutto, quello che vediamo è il paesaggio incorrotto, giunto dall’epoca di Mingucci senza rilevanti alterazioni.

Solo dopo la guerra, e con il benessere economico, sono saltati alcuni passaggi fondamentali che ci permettono di leggere con unità il paesaggio; solo dopo la ripresa economica il paesaggio è costellato di brutture, di rovine prive di classicità.