Sant’Angelo e Pesaro sono due entità territoriali complementari e ‘a specchio’. Questa complementarità è venuta meno con il progresso urbanistico degli ultimi decenni. Capannoni industriali e autostrada hanno frazionato il territorio. Ma è necessario ritesserlo affinché si riproduca un senso e una sua leggibilità come territorio ricco di storie e di storia. Non mettere in relazione una fetta di territorio più estesa come quella che va da Sant’Angelo in Lizzola a Pesaro, sminuisce al semplice aneddoto la portata e l’eredità culturale e politica di Giulio Perticari. Infatti Sant’Angelo in Lizzola e Pesaro sono parte di una stessa visione che vede insieme il ruolo privato e quello  pubblico.

Sant’Angelo si riflette in Pesaro e viceversa.

I Perticari avevano una grande passione per il teatro e con la moglie di Giulio, Costanza Monti, esso era  il passatempo preferito, ma anche il segno tangibile del loro moderno concetto di cultura intesa come impegno civile. Sfruttarono il teatrino ricavato nel vecchio frantoio per le rappresentazioni in autunno e inverno; mentre nei pomeriggi o nelle serate estive preferirono il ‘teatrino verde’ ricavato nello spazio della Fonte

A Sant’angelo fu il conte Gordiano Perticari, fratello di Giulio, che costruì e inaugurò nel 1851 un vero Teatro a Sant’Angelo. Il teatro fu distrutto nel 1944: nella notte, sotto  quelle  stesse  stelle  cui  puntavano  i  pioppi  della  ‘fonte   dei poeti’ (come leggeremo nell’antica lapide), tra il 26 e il 27 agosto 1944, alcuni esplosivi portati dai tedeschi in piazza Perticari e una bomba ad orologeria posta dentro il teatro, esplosero.

La facciata fu disegnata da Gordiano stesso. Gli interni furono decorati da Romolo Liverani, da Antonio Dori e da Pietro Lorandini il quale esiguì anche la statua nella facciata laterale di San Domenico a Pesaro. Ci sono poi due medaglioni (copiati da monete antiche) con teste di Melpomene (MUSA della tragedia) e Talia (MUSA della commedia).

Le Muse dunque sono portatrici di valori estetici e civili.


La fonte dei poeti fu il secondo luogo consacrato alla poesia. Costanza rimase affascinata dal luogo ameno (ella ne diventò Ninfa e Musa) e nella fonte costruita per abbeverare gli animali vide la possibilità di   essere frequentato dagli intellettuali per declamare poesie e brani letterari o teatrali.

Nel disegno di Mingucci vediamo che al paese si giunge per la strada della fonte.

Nel disegno di Romolo Liverani, realizzato intorno al 1850, vediamo come sono intervenute delle modifiche sul coronamento del manufatto. La vasca non era rotonda ma quadrata e posta allo stesso livello della strada per poter abbeverare gli animali.

La leggenda popolare vuole che forse nel 1804 Napoleone Bonaparte si sia fermato ad abbeverare il cavallo nella fonte di Sant’Angelo. Certamente negli anni a seguire le sue truppe passarono e alloggiarono con grande dispendio a Sant’Angelo.

Per approfondire questa visita vi rimandiamo al Walkscape su Almaloci: Un territorio attraverso gli occhi di Giulio Perticari. il paesaggio tra Sant'Angelo in Lizzola e Pesaro con percorsi, storia e immagini a 360°.