Sulla dorsale nord-orientale della Collina della Salute, in località Santa Veneranda fraz. di Pesaro, nell'aerea sottostante la Villa del Pignocco, è stato identificato il sito di un antico BOSCO SACRO: il LUCUS PISAURENSIS.

Presso i Romani un lucus era un bosco consacrato alle divinità, dove a queste si offrivano sacrifici e doni per favorirne l’intervento o ringraziarle di un beneficio ricevuto.

Con l’avvento del Cristianesimo, i boschi sacri furono lentamente abbandonati o distrutti.

Annibale degli Abbati Olivieri Giordani rinvenne un buon numero di reperti archeologici, conservati ora presso il Museo Archeologico Oliveriano di Pesaro. Nel 1737 Annibale degli Abbati Olivieri, allora proprietario della Villa del Pignocco, annunciò di avere scoperto, a circa un miglio da Pesaro, il complesso votivo di un antichissimo luogo di  culto che identificò in un bosco sacro: il Lucus Pisaurensis.

Il materiale che Olivieri rinvenne consisteva in tredici iscrizioni in lingua e carattere antico confinante con l’Etrusco, quantità di donari e voti di metallo e terracotta, monete di offerte dai tempi più antichi fino ai secoli romani.

La notizia dei rinvenimenti ebbe grande risonanza e tutt'ora se ne può sottolineare l'importanza storica, epigrafica, linguistica e culturale.

Purtroppo alcuni degli aspetti più importanti del lucus sono destinati a rimanere problemi aperti, perché le notizie fornite dall’Olivieri sono molto scarne.

L’Olivieri precisò che il sito della scoperta si trovava in “un campo lontano un miglio da Pesaro, vicino alla chiesa e borgo di Santa Veneranda, sotto alla collina di Calibano, che da antico tempo è dalla famiglia posseduto”.

Sulla base di questi pochi dati si è giunti a circoscrivere un’area che corrisponde approssimativamente alla località detta oggi “Sotto le Selve”. Gli studiosi che hanno cercato di individuare il sito affermano che ''le varie direttrici di indagine convergevano in un unico risultato'' e attraverso questo è stato possibile individuare il 'campo', ''in parte sulla sommità, in parte sulle pendici nord-orientali del colle della Salute, tra Santa Veneranda e San Pietro in Calibano (oggi Villa Fastigi), nei  pressi della chiesetta di San Gaetano.''

Si deduce che il santuario era dedicato a divinità salutifere, con particolare riferimento al culto delle acque.

Infatti presso gli abitanti della zona rimane il ricordo delle fontanine, dove ci si recava a prendere acqua perché particolarmente buona.

Le fontanine si trovavano sul versante nord-orientale, ai piedi della chiesetta di san Gaetano, e si sono prosciugate nel 1963.

I dati scientifici degli studiosi, prodotti attraverso un' accurata indagine archeologica e attraverso una campagna di prospezioni geofisiche, trovano conferma in altri indizi rintracciabili in una tela di Gian Andrea Lazzarini, amico e collaboratore di Olivieri.

Nel dipinto, intitolato Pesaro cristiana (1796), confrontando le aree adiacenti la Villa del Pignocco con il particolare della tela, è notevole la corrispondenza dello sfondo sul quale di identificano il San Bartolo e Pesaro, e del contesto storico-ambientale. Lazzarini raffigura l’affermarsi del Cristianesimo sui culti pagani, simboleggiati dalla statua incoronata, dedicata al Lucus Pisaurensis, e qui distrutta.

La frequentazione del lucus, attestata fin dal III sec. A.C. , si diradò fino  a scomparire con l’ avanzare del medioevo.

Nella cornice del bosco pesarese è attestabile il culto delle divinità salutifere, le quali richiamano la presenza dell'acqua, che peraltro è necessaria per compiere i riti.

Di particolare importanza sono quattordici cippi votivi in arenaria ''... dediche ad Alpollo: patrono della poesia, in quanto capo delle Muse.

La Villa del Pignocco è ora una country house. Intorno alla villa, alla piccola chiesetta dedicata a San Gaetano e alla costruzione che un tempo era il fienile, ci sono dei prati. La vegetazione è costituita da lecci, querce, pini, essenze mediterranee, alberi da frutta, e campi coltivati a grano. Da un lato della casa è ancora presente l’aia, dove una volta venivano fatti essiccare i cereali. Dietro la villa, al di là di una siepe che funge da confine, si distende l’oliveto. Scendendo di pochi passi verso il mare, si incontrano il boschetto di querce e allori  che accoglieva l’antico santuario romano. Dal colle dove è ubicata la villa, la vista spazia su tutta la città di Pesaro, sull' orizzonte del mare, sulla campagna coltivata e i borghi.