07 - Porta Nuova
Siamo arrivati a Porta Nuova costeggiando vico dei Sambiaggio. L’andamento sinuoso della strada ci fa immaginare il percorso delle antiche mura, ancora in parte visibili dai terrazzi delle abitazioni, e del fossato in parte occupato da giardini e da magazzini privati. Questo è uno dei luoghi più scenografici della città, che diventa una splendida cornice la sera del Venerdì Santo, quando nel silenzio carico di emozione e devozione è attraversata dalle statue della Passione di cristo e dall’Addolorata condotte in processione.
Porta Nuova non è riportata nella mappa del Mannarino poiché fu aperta per consentire l’accesso alla parte nuova della città già in espansione a cominciare alla fine del XVI sec. Sull’iscrizione che sormonta la porta si legge la data di inizio dei lavori, il 1603 e quella della riedificazione nel 1702 sotto il regno di Carlo III e con il contributo del principe Carmine De Angelis, feudatario della città: molto probabilmente ci furono più fasi costruttive, che si protrassero fino alla metà del XVIII sec, come testimoniano gli stemmi sul fastigio: al centro quello di Filippo III re di Spagna e ai lati lo stemma della città di Mesagne con la caratteristica palma e lo stemma di Giuseppe Barretta a cominciare dal 1848 del feudatario di Mesagne.