Lasciata via dei Calzolari (via Branca) e la piazza Principale, Jackson si dirige lungo la via del Corso verso Porta Ravignana, oggi  Porta Rimini. Se la prima era la via degli artigiani, la seconda è la più importante via dei commerci, con i numerosi negozietti riconoscibili per le insegne e le tende. 

E’ strano che nella mappa di Pesaro in cui sono riportati gli esercizi commerciali dedicati alla accoglienza - le locande, i bar – non sia indicato l’ albergo Zongo, ma la puntuale sintesi grafica permette di riconoscerne diversi:  la Locanda della Corona, in via della Posta Vecchia (oggi via Mazza), il Caffè dell’Ausonia (forse in via Petrucci), la Locanda del Sole (forse in via Varese), il Caffè del Commercio (lungo il Corso), la Montatina del Nuovo Fiore che si chiamava Montata delle Carceri.  

Gli amministratori sono particolarmente impegnati a regolamentare tali attività, come è testimoniato dalle notificazioni firmate dal cardinal Ferretti relative alle sanzioni previste per i commercianti che non rispettano le regole utili alla sicurezza dei cittadini; soprattutto l’attenzione va al gioco, che viene bandito da ogni attività commerciale, testimoniando dunque un problema da affrontare. Ancora più interessante il bando che regolamenta la vita di ogni abitante: che invita a pulire il tratto davanti alla propria abitazione o a non intralciare la strada con animali o oggetti propri.

Ma la mappa indica l’area urbana come il luogo di una vicenda che a Jackson poteva senz’altro piacere molto: l’assassinio di un uomo. La mappa 1867 è allegata a una perizia dell'ingegnere Fradelloni inclusa in un fascicolo processuale aperto sull' omicidio del prefetto Alessandro Ferro. Il prefetto fu ucciso in pieno centro storico mentre passeggiava con la moglie. Un fatto cruento che ebbe molta risonanza in città. 

Passando davanti alla chiesa di Sant’Agostino, non possiamo essere sicuri che Jackson sia entrato ad osservare le tarsie del coro: Pesaro è rappresentata con delle vedute della città di raro interesse.

Nonostante l’aspetto animato del Corso, anche Carlo Cinelli nel 1880  descrive Pesaro come una città dall’aspetto triste e monotono con molte case cadenti di ‘epoca gotica’ con “le finestre e porte ad arco acuto e coi muri e pietre anneriti dal tempo” che “facevano uno strano contrasto con le più recenti costruzioni a mattone liscio dalla tinta rossastra’’ tetramente armonizzate “col selciato parimenti di grossi mattoni a costa. Le grandi strade erano tortuose e strette, e le case, generalmente irregolari e quasi tutte ad un sol piano, avevano le finestre con le imposte a sola tela. Quei piccoli vetri tondi e verdastri dell’epoca erano soverchio lusso e pochissime famiglie se lo permettevano.”

Ma la meta di Jackson è fuori Pesaro.