L’area davanti alla porta principale di Gradara è nota come borgo Mancini. Apre a via Mancini che poi porta a via Mercato.

E’ l’area in cui i gradaresi si sono progressivamente  spostati, prima per le attività di lavoro e poi per abitare. Il borgo dentro il castello è divenuto troppo  piccolo e alle attività artigianali se ne sono sostituite di  nuove. In direzione sud c’è la frazione di Pieve Vecchia dove l’originale cappella di Santa Sofia, una delle prime pievi del territorio pesarese, ha visto tornare nel 1932 la chiesa di Santa Sofia “entro le mura” danneggiata dal terremoto del 1916 e trasformata in ristorante, come già A Pieve Vecchia si legano tanti aneddoti degli abitanti del territorio di Gradara che testimoniano le trasformazioni sociali degli ultimi cinquanta anni. 

Per esempio il ricordo di chi, da bambina, per annunciare un evento della propria famiglia portava a mano i confetti casa per casa anche nelle case fuori dall’abitato; o di chi ricorda le processioni religiose. Una comunità più rurale, che ora vive solo nei ricordi.