L' Ala Est si allungava su via Mammolabella, la via delle prostitute (infatti il nome deriva da Mammola, che in dialetto veneziano indicava una donna di facili costumi). La manica che correva lungo la via, in fondo alla prospettiva, incontrava il blocco principale dell'edificio che si apriva sull'ala nord (la facciata), elevandosi imponente e massiccio. Il muro a mattoni è forse quello dell'antico recinto che racchiudeva da sempre il giardino ducale. Dalla parte opposta  c’erano le povere case e un basso edificio. La via era particolarmente movimentata.

 Lungo questa area si aprirono i laboratori, che vennero attivati nell’ottica della visione moderna, di ergoterapia, che vide impegnati sempre più pazienti non tanto in attività ricreative ma proprio lavorative. Il laboratorio tessile, che riprendeva le finestre a lunetta del progetto di Cappellini, sorgeva lungo tutta la via. Nel punto di congiunzione fra l'edificio e il muro che recingeva il Barchetto, sembra sottolineata (forse da una porta) l'antica presenza della Strada del Barchetto, il vicolo sesino.