Anche l’espansione del borgo è un fenomeno che accomuna altri castelli: ai suoi piedi, la popolazione si è espansa là dove in passato c’era un grande consorzio agricolo rimasto attivo fino al 1996. Massimo Donati ci ha raccontato del clima di abbondanza e allegria intorno al vecchio consorzio, soprattutto durante la trebbiatura, quando un via vai di camion da e per Pesaro smerciavano il raccolto. L’immagine raccontata da Donati è significativa: un polverone enorme si sollevava dal carico del grano e dei cereali per fare in fretta e fare più viaggi possibili verso il porto.   E in quel polverone tutti erano stanchi ma felici per la buona riuscita del commercio. 

In via Dante abita il signor Learco, arrivato nel 1966 dalla sua abitazione più in basso a Serra. Con i suoi 88 anni, ci ha raccontato in modo sintetico tanti aspetti del paese.

Come i festeggiamenti per il 1° maggio, e le numerose occasioni in cui  si ballava e cantava specialmente in estate e c’era un circolo dove si giocava alle bocce o quando da ragazzino andava alla colonia con il parroco a Villamonti e  rimaneva fino alla sera. Ricorda che si raccoglievano le ghiande per racimolare soldi. Le bravate per divertirsi erano semplici : come quella di rubare l’anguria alla sera tardi, o andare a ballare con il motorino (lambretta) o con la  bicicletta. In paese si giocava alla boccia alla lunga e alla morra e si andava a caccia (specializzato nella caccia alla lepre).

Oggi via Dante è una strada di passaggio in auto, ma  la memoria di luogo di commercio e scambio non è troppo lontana.