La Via Grande, Sette Vicoli e Tre Piazze
Questo walkscape vi accompagna a scoprire come era Fermignano quando era ancora un “castello”, prima della sua conformazione moderna.
Fermignano è una cittadina di origine romana. Il conte Guido Antonio Montefeltro, iniziatore della Signoria Urbinate fece sorgere il “castello” di Fermignano presso il ponte sul fiume Metauro alla fine del 1300.
Intorno al 1400, il castello – con la strada maggiore, sette vicoli e tre piazzette - prese forma.
Il paese era fornito di mura nelle quali si aprivano due porte: una vicina al ponte sul fiume Metauro e la torre detta “porta romana”, demolita nel 1870, l’altra di fianco alla chiesa di San Pietro, in cima alla via Maggiore, che uscendo dal castello porta a Urbino, demolita alla fine del 1800.
Il legame con Urbino era molto stretto, perché il paese di Fermignano, sin dalla sua fondazione è stato sempre alle dipendenze di Urbino e solo nel 1818 venne solennemente insediato il primo consiglio comunale di Fermignano. Nello stesso anno il consiglio del castello di Fermignano e delle Ville circostanti si radunò nel piano più alto della torre e diede avvio ad una nuova fase della piccola cittadina.
La città si sviluppò intorno al fiume Metauro, che quasi la abbraccia e che ha scandito il ritmo di trasformazioni importanti nella vita sociale ed economica.
Il walkscape attraversa la strada maggiore, i sette vicoli e le tre piazze che hanno dato corpo a Fermignano raccontando le trasformazioni avvenute nel corso del tempo e pure ancora oggi visibili. I luoghi del walkscape sono dunque molti di più, anche al di fuori di ciò che fu il castello; le prime tappe della camminata sono le ultime in ordine di apparizione nella storia del paese, ma, come facciamo sempre nei walkscape, leggiamo la struttura presente per interpretare e conoscere il passato.
Walkscape Promosso dall'Assessorato alla Cultura Comune di Fermignano
A cura di Etra.entra nella arte
Progetto: Antonella micaletti
Walkscape: Emanuela Ivaldi
Digital: Settimio Perlini
Fonti storiche: Giulio Finocchi / Biblioteca Oliveriana