17 - Gli uomini illustri: i Mamiani e gli antichi Lizzola
Il palazzo che ha accolto la lunga stirpe dei conti Mamiani e dato vita al feudo viene fatto costruire nella metà 1588 e ha subìto diversi rimaneggiamenti, fino alla completa ricostruzione dopo i danneggiamenti della seconda guerra mondiale. Oggi l’originale architettura del palazzo ha una finitura a merli che ne ha cambiato l’immagine, soprattutto nel rapporto con la torre e con la chiesa; il bastione orientale della cinta muraria si apre ora sui sotterranei del palazzo che hanno funzioni non più di stalle e magazzini ma di biblioteca e di archivio dove sono conservati documenti di grande interesse.
Pare che Giulio Cesare Mamiani, nominato conte di Sant’Angelo in Lizzola dal duca di Urbino Francesco Maria II della Rovere nel 1584 avesse a cuore la costruzione di un palazzo importante e per questo avesse alloggiato in una casa della via che porta al palazzo, che si chiamava via Vedetta, aspettando che il suo palazzo venisse completato; per realizzarlo fa abbattere alcune casette intorno alla torre, anche se questo crea non pochi problemi a chi vi abitava.
Un importante rimaneggiamento del palazzo è stato operato nel 1700 per abbellirlo e renderlo più signorile, chiamando allievi del Lazzarini a decorarlo. Nel 1586 il conte ottiene di poter aggiungere al suo nome quello di Della Rovere e di completare il blasone di famiglia con la quercia roveresca. Con i Mamiani il paese ottiene dei privilegi soprattutto economici che lo portano ad essere particolarmente agiato rispetto ad altri del territorio ma di questo si è parlato nelle tappe precedenti.
L’ultimo conte Mamiani nell’800 gode poco della vita in paese: è Terenzio Mamiani che, prima impegnato in diverse città d’Italia per la partecipazione ai moti del Risorgimento italiano e poi esule, ricorda Sant’Angelo come il paese di cui sente nostalgia per la calma e la bellezza dei suoi viali alberati, come quello per la Fonte dei Poeti.
Dal 2013 Sant’Angelo è diventata una frazione della Città di Vallefoglia insieme ad altri 9 paesi. Il palazzo, passato alla amministrazione comunale nel 1935 che nel 2023 ha lasciato la sede spostandola a Montecchio.
Il primato di Sant’Angelo sugli altri paesi limitrofi è stato evidente fino ad anni molto recenti. Oggi, non più Comune (che una volta comprendeva anche Montecchio), sta vedendo affievolire le peculiari connotazioni di questo antico feudo e molte attività si stanno spostando a valle. Per molti abitanti è ancora molto difficile definirsi frazione della città di Vallefoglia. Nell’immaginario collettivo la piazzetta è ancora il cuore del castello e il bel pozzo rinascimentale è ancora il luogo in cui le ragazze, come la madre di Rossana Romani , raccoglievano i propri desideri affidandoli al buio della sua profondità.
Ancor meno di tutti avrebbero potuto accettare le trasformazioni di Sant’Angelo i medioevali Lizzola che avevano costruito la torre da cui il castello ha preso origine. Anche questa è stata distrutta dalla guerra e ricostruita. Oggi svetta come secoli fa, anche se oggi nessuno sale in alto per studiare il cielo come faceva verso la metà dell’800 il teologo della collegiata Cesare Becci con il suo telescopio per poi comporre un prezioso dizionario astronomico del tutto inedito.
Un altro pezzo di storia e di talenti che hanno attraversato i secoli.